Bussi sul Tirino

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Bussi sul Tirino

Altitudine

344m. s.l.m.

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Bussi sul Tirino

Il nucleo originario del paese risale all’epoca dell’incastellamento, intorno all’anno Mille, ma alcuni ritrovamenti archeologici nell’area circostante il paese fanno pensare ad un sito abitato già in epoca romana. Il nome deriva dal bosso, ritratto anche nello stemma comunale, pianta che caratterizza il corso del fiume Tirino, un tempo denominato Silente; a fine Ottocento viene aggiunta la specifica “sul Tirino”.

Il territorio ha visto la presenza dei monaci benedettini nelle chiese di S. Pietro ad Oratorium, dipendenza dell’abbazia di S. Vincenzo al Volturno, e della Madonna di Cartignano, dipendenza di Montecassino che nel XIV divenne grancia di S. Liberatore a Maiella. Anche l’abbazia di S. Clemente a Casauria ebbe possedimenti nel territorio bussese. In età angioina Bussi è feudo di Berardo di Raiano mentre dal XIV fino al 1579 fu sotto la signoria dei conti Cantelmo di Popoli per passare poi ai Pietropaoli di Castelvecchio; questi vendettero il feudo ai Granduchi di Toscana, che lo tennero dal 1599 al 1669, per poi rientrarne in possesso fino alla fine del XVIII secolo quando, in seguito all’estinzione della famiglia, Bussi rientrò nelle mani dei Borbone.

Il castello Cantelmo che svetta in cima all’abitato appartenne prima ai conti da cui prende il nome, quindi ai Medici e ai Borbone. Dal 1902 in poi la storia del paese, la cui economia era un tempo prevalentemente agricola e legata alla presenza di trote e gamberi di fiume, è fortemente influenzata dall’impianto di una fabbrica elettrochimica cui si affiancò il villaggio operaio di Bussi officine.

L’archivio è costituito dai documenti prodotti dal Comune, dall’Ente comunale di assistenza e dall’Ufficio di conciliazione; comprende, inoltre, gli atti di anagrafe e stato civile. L’archivio storico e quello di deposito sono uniti e il materiale, in parte danneggiato durante la Seconda guerra mondiale, è attualmente conservato presso la vecchia sede municipale, situata al centro del paese e resa inagibile in seguito al terremoto del 2009.

I documenti più antichi sono stati trasferiti presso l’attuale sede del Comune e tra questi si annoverano il catasto onciario del 1754 e i catasti napoleonici; un protocollo degli anni 1843-1850; un registro degli occupatori del demanio (1880); deliberazioni del Decurionato (1837- 1860) del Consiglio comunale (dal 1861), della Giunta municipale (dal 1885) e del Podestà (1929-1946); carteggio amministrativo (a partire dal 1901), documentazione contabile (dal 1900); documenti del servizio elettorale dal 1946 in poi. Si conservano, inoltre, atti di anagrafe e stato civile (dal 1809) e buste e registri dell’Ufficio di conciliazione (1834-1988). Infine, alle carte dell’Eca (1937-1978) sono frammisti documenti delle opere pie (1832-1931).

 

Si ringrazia:

 

l’Archivista Stefania Di Primio

la cooperativa Terra Autentica e Alberto Longo

la Soprintendenza archivistica e bibliografica per l'Abruzzo e il Molise

la Fondazione Pescara Abruzzo

 l’Associazione Civita dell’Abbadia aps

l’Assessore a Turismo, Sport e Commercio Fabio Setta

Tutto il materiale fotografico, descrittivo e ogni altra informazione presente in questa pagina è stata fornita dall'Amministrazione comunale.
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