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Montebello di Bertona
Di Montebello di Bertona si conosce più la preistoria che la storia.
Infatti è nota e ampiamente documentata l’esistenza, nel suo territorio, di insediamenti umani risalenti al Paleolitico. Nelle campagne montebellesi – ed in seguito anche sulla montagna, in località Fonte. Marianna – sono stati rinvenuti elementi di interesse tale da indurre gli studiosi a riconoscere, relativamente al Paleolitico superiore, una CULTURA BERTONIANA. Il Bertoniano, che prende il nome da Montebello di Bertona perché qui è stato documentato per la prima volta, risale a circa diciottomila anni fa e arriva fino alle soglie del Neolitico, comprendendo un arco di tempo di quasi ottomila anni.
Strumenti peculiari di questa cultura sono lame, punte, bulini di grandi dimensioni ottenuti dalla lavorazione della selce. Il nome del paese è di trasparente etimologia ed è riconducibile all’aggettivo del tardo latino BELLUS (=grazioso, bello], sostituitosi a quelli di epoca classica PULCHER e FORMOSUS, in composizione con il sostantivo MONS, MONTIS.
Per quanto riguarda la storia, dai pochi documenti sparsi un po’ dovunque e in cui il paese è menzionato, si ricavano notizie piuttosto frammentarie, che spesso inducono a far confusione tra il suo castello e quello situato sul monte Bertona; in ogni caso, sulla sommità del monte Bertona, dove secondo “molti storici antichi e moderni” pare che “iniziassero le operazioni militari della Seconda Guerra Sannitica” (C. Greco], sarebbero stati rinvenuti oggetti di epoca romana. Il paese viene citato per la prima volta in un documento del 1062 come “poio de Montebello”. Esso in seguito continuò a essere chiamato Montebello, senza la specificazione “di Bertona”, fino alla pubblicazione del Regio Decreto n° 1426 del 28/6/1863, con il quali si stabiliva la denominazione Montebello di Bertona.
Nel 1290 a tenere il “Castrum Montisbelli” è il milite Giacomo di Malanotte, mentre per l’anno 1309 “le RATIONES DECIMARUM non lo annoverano tra i castra del pennese” (C. Greco). Ma nel XV secolo, distrutto (o caduto in rovina) il castello di Bertona, il “Castrum” di Montebello acquista la sua importanza. Tant’è vero che il 4 Novembre del 1418 (anno a partire dal quale è sottoposto a Penne) ricevette tutti i privilegi della Città dalla regina Giovanna II. Nel 1475, dal re Ferdinando I d’Aragona, “si diedero alla città di Penne in premio della sua fedeltà i Castelli di Farindola, di Belmonte detto anche Montebello” (A. Trasmundi, LA FENICE, VESTINA - 1701). Su di essi alla città vennero concesse l’autorità militare e civile e l’amministrazione della giustizia criminale.
Nel secolo XVI il paese entrò a far parte prima del Ducato di Penne, retto da Alessandro dei Medici dal 1522 al 1537; poi, dopo la tragica morte di questi, che nel 1536 aveva sposato Margherita d’Austria (1522 - 1586], figlia dell’imperatore Carlo V, passò a far parte dello Stato Farnesiano d’Abruzzo, essendo la vedova passata in seconde nozze (1586) con Ottavio Farnese, nipote del papa Paolo III e in seguito duca di Parma e Piacenza. In tal modo, quando i possessi margaritiani passarono ad Alessandro Farnese, figlio di Margherita e Ottavio, Montebello fu annesso al Ducato di Parma. Nel 1731, essendosi la linea maschile dei Farnese estinta con il duca Antonio, il piccolo centro vestino seguì la sorte di Penne e delle altre città farnesiane d’Abruzzo, che passarono ai Borboni di Napoli nella persona di Carlo III. Primogenito di Elisabetta Farnese, la quale era andata in moglie al re di Spagna Filippo V.
Il lungo periodo borbonico iniziato con Carlo III si protrasse, salvo una breve interruzione determinata dall’invasione francese del Regno di Napoli e dalle vicende murattiane, fino all’unificazione dell’Italia sotto la casa Savoia (1860). Dopo il 6 Dicembre 1926, data in cui il governo fascista deliberò l’istituzione della provincia di Pescara, Montebello, fino a quel momento in provincia di Teramo, passò al nuovo capoluogo. Il passaggio dalla vecchia provincia a quella nuova si ebbe il 2 Gennaio.